Gavi

Tutto il Gavi a Milano con i primi 20 anni di DOCG Gavi

A Palazzo Giureconsulti di Milano il DOCG Gavi ha festeggiato due decenni eccezionali che hanno visto la nascita e il consolidamento di un terroir fuori dal comune. I Like Milano presente all’ evento ha festeggiato con un brindisi spumeggiante.

I primi 20 anni di DOCG Gavi

Verde come le colline del Gavi, azzurro come il vento Marino, bianco e rosso come le terre che si alternano negli 11 comuni della Denominazione, oro come il Grande Bianco Piemontese: questi i colori che si sovrappongono sull’etichetta di VENTANNI, il Gavi istituzionale con il quale il Consorzio Tutela del Gavi celebra il 20^ anniversario della DOCG. Sono gli elementi che costituiscono questo terroir unico, i protagonisti della nuova etichetta presentata a Tutto il Gavi a Milano”, lo scorso 26 marzo, l’evento che ha dato inizio agli appuntamenti di questo 2018 destinato a raccontare due decenni eccezionali che hanno visto la nascita e il consolidamento di un terroir fuori dal Comune

La nascita di una Denominazione diventata Cult

La Denominazione del Gavi DOCG nasce negli anni 60 con circa 100/120 ettari di vigneto cortese, dall’alleanza spontanea delle grandi famiglie del cortese, seguendo il movimento di “identificazione” dei territori che caratterizza allora l’Italia. Nel 1987 nasce la prima associazione dei produttori di Cortese, la cui presidentessa è Maria Rosa Gazzaniga. Nel 1993 nasce il Consorzio con la presidenza di Giorgio Soldati. Da allora, Gavi ha riscontrato sempre più successo in Italia e nel mondo, crescendo in tipicità e qualità.

1998-2018: Il Grande Bianco Piemontese in 5 Tappe

Il Cortese di Gavi con l’ottenimento della DOCG nel 1998 abbondona il termine Cortese a favore della sola parola Gavi. Si tratta di una decisione identitaria molto forte: il concetto di “territorio”, coniugato con quello di “vino” evidenzia infatti il potenziale culturale, valoriale e simbolico di straordinaria ricchezza custodito dalle terre del Grande Bianco Piemontese.
Tra il 2002 e il 2004, il Consorzio è il primo in Italia a procedere alla verifica ampelografica e catastale dei vigneti della Denominazione, insieme alla Regione e all’allora ente competente Camera di Commercio di Alessandria, che ha permesso di certificare la produzione di Gavi in purezza.
Nel 2012 il conseguimento dell’Erga Omnes in rappresentanza di tutti i produttori di Gavi Docg consegna al Consorzio gli strumenti legislativi ed economici per svolgere attività di vigilanza della Denominazione, lavorando al contempo alla promozione e alla comunicazione di questo vino come espressione del territorio.
Nel 2013 prende avvio il progetto Gavi 972: attraverso una ricerca storica sulle origini della viticoltura nel territorio si riscopre la genesi di un Grande Bianco in Piemonte. Nato per le Corti genovesi, le sue vicende storiche ed economiche sono indissolubilmente legate alla vocazione internazionale del porto di Genova, che ne ha diffuso il consumo in Italia e all’estero.
Nel 2015 nasce il Premio Gavi la Buona Italia che riporta il Gavi alla ribalta della cronaca nazionale: il Consorzio premia, ogni anno, le filiere agroalimentari italiane che sanno promuovere se stesse integrando enoturismo, Italian life style e arte. La visibilità del Premio, l’interesse nazionale intorno al tema della valorizzazione agroalimentare, l’accoglienza e l’ospitalità del sistema territoriale del Gavi attirano Wine lovers da tutti Italia.
Ma cosa è cambiato effettivamente negli ultimi 20 anni? “C’è stato soprattutto un importante ricambio generazionale e culturale – commenta il Presidente del Consorzio Tutela del Gavi Maurizio Montobbio. Dobbiamo ringraziare i giovani e gli imprenditori, provenienti da altri settori, che in questi anni hanno investito nella viticoltura di qualità del nostro territorio. Con il loro punto di vista nuovo ci hanno insegnato a guardare alle colline del Gavi, come un immenso patrimonio naturalistico, storico, artistico e quindi a proporlo agli altri, ai turisti e ai milioni di appassionati di vino, come una destinazione unica e straordinaria. Mi auguro che queste nuove generazioni custodiscano la storia millenaria della Denominazione e che nei prossimi vent’anni continuino a farla crescere in modo responsabile e sostenibile”

 

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