Il Ballo del Doge 2024: “l’ossessione” di riempire di meravigliosi momenti la nostra vita

Si e’ conclusa ieri notte la XXXI° edizione de Il Ballo del Doge che, quest’anno, si è svolto nell’imponente cornice della Scuola Grande della Misericordia di Venezia. Una notte meravigliosa, un sogno da vivere almeno una volta nella vita.

 

 

E’ successo tutto in una notte, una notte in cui abbiamo vissuto un meraviglioso sogno da cui non ci saremmo più volute svegliare. Un sogno chiamato Il Ballo del Doge, l’evento esclusivo, ideato da Antonia Sautter che, da oltre trent’anni, segna il clou dei festeggiamenti mondani del Carnevale di Venezia. Un sogno in cui ti aggiri in un abito magnifico, dietro una maschera tra gente che viene da tutto il mondo. Guardi quello succede e sei pronta a farti stupire…
Oltre 500 ospiti italiani ed internazionali, tutti abbigliati in sontuosi costumi d’epoca, ieri sera hanno varcato il portone di ingresso della Scuola Grande della Misericordia di Venezia e sono entrati in una dimensione incantata, tra costumi, maschere, cappelli, piume, nastri e paillettes, per vivere assieme la “Carnival Obsession” come è stata chiamata la XXXI° edizione del Ballo del Doge.
Un Carnevale che quest’anno Antonia Sautter ha voluto diventasse una Ossessione: quella di riempire le nostre vite di meravigliosi e felici momenti. Tre parole, la Creatrice di Eventi e Costumista Veneziana, ha maturato con l’esperienza di questi lunghi anni di realizzazione del Ballo del Doge. Tre parole che sono diventate l’A.B.C. di questa XXXI° edizione del Ballo: l’Arte, la Bellezza e la Creatività. Tre parole che hanno il grande potere, secondo la Sautter “di infondere gioia e spargere gentilezza”.
Un sorprendente Welcome Show ci ha accolti ieri notte, al piano terra del palazzo, in una suggestiva atmosfera onirica in cui si muovevano dame, cavalieri, strani personaggi, ciambellani e cortigiane, il doge, principi mentre l’aria risuonava di musica e strane voci. Su una scenografia a tema scacchiera a cui faceva da pendant l’originale creazione sartoriale indossata da Antonia Sautter, una raffinatissima Cruella de Vil, si sono poi esibiti due indiscussi protagonisti del Carnevale: “la Maschera”  con un ipnotico ed intrigante carosello di danza e  “la Stanza dei Pulcinella” il quadro di Giambattista Tiepolo, animato da una ventina di energici pulcinella alcuni dei quali acrobati che scendevano dal cielo.
Il poetico Welcome Show è culminato con la sferzante interpretazione di un classico dei Queen – We will rock you – segnando un primo cambio di passo, anche cromatico, della serata.
Siamo stati, poi, invitati a percorrere una lunga scalinata, addobbata da decorazioni floreali e sfumature di verde foresta, che ci ha condotte al salone del primo piano dove è stata servita la cena. Qui il sogno è diventato pura magia: davanti ai nostri occhi, spalancati  per la meraviglia, numerosi tavoli imbanditi con mise en place impeccabili e minuziosamente decorati con fiori e teste di statue che ricordavano i sontuosi e lussuosi banchetti della Serenessima.
Al centro del salone, un lungo palcoscenico su cui straordinari spettacoli, con oltre 100 artisti provenienti da tutto il mondo, hanno allietato ininterrottamente la cena. Dai grandi classici del musical – Be Our Guest – a poetici assoli di artisti internazionali, da spettacoli di danza a quelli di acrobazia, tutti hanno reso l’atmosfera ancora più conviviale ed allegra. E a fine cena c’è stata una sorpresa! Una deliziosa torta a otto piani per festeggiare il compleanno della padrona di casa, che non a caso cade proprio nel weekend di Carnevale.
Al termine della cena, dopo la mezzanotte, la serata è continuata a ritmo di Dj set tra canti e balli carnevaleschi.
Il Ballo del Doge si è concluso ieri notte, come ogni anno, a Venezia ma, questa volta, ci lasciato in dono qualcosa di prezioso: un A.B.C. con cui rendere ogni giorno della nostra vita più allegro, piacevole e sereno in modo da far sì che l’incredibile sogno che abbiamo vissuto con Il Ballo del Doge ieri notte possa continuare il più a lungo possibile. Grazie Antonia Sautter!

 

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