Goya, la ribellione della ragione in mostra a Palazzo Reale

Palazzo Reale ospita ben 70 opere dell’artista spagnolo Francisco Goya tra dipinti e incisioni. Sarà visitabile dal 31 ottobre al 3 marzo 2024 e noi ve ne parliamo in anteprima.

 

La mostra, curata dal professor Victor Nieto Alcaide della Real Academia de Bellas Artes di San Fernando, vuole portarci all’interno del processo creativo di Goya, per compiere un viaggio nella sua vita di uomo e artista in continua evoluzione. Per questo l’esposizione si sviluppa approfondendo diversi periodi, temi, stili, passando dalla luce al buio, dalla ragione
all’immaginazione.

GLI ESORDI E LE COMMISSIONI REALI
Si parte con i dipinti invasi dalla luce, lo stile classico, le scene di vita popolare, i giochi dei bambini… Nei primi anni della sua carriera Goya studia e completa la sua formazione viaggiando anche in Italia, ma man mano diventa un artista sempre più apprezzato e celebre tanto da iniziare a lavorare per la Casa Reale Spagnola, di cui vediamo in mostra i ritratti di Carlo IV e della regina consorte Maria Luisa di Borbone.

GOYA DALLA RAGIONE ALLA LIBERTÀ
Goya è un uomo del suo tempo, crede nella ragione, nel valore dell’intelletto umano e dell’educazione, lui stesso insegna alla Real Academia di San Fernando dove ha modo di frequentare intellettuali, uomini di cultura che diventano suoi amici e che si lasciano ritrarre. Le regole dell’Accademia però iniziano ben presto a stargli strette e così cerca progressivamente di
raggiungere la sua libertà: vuole liberarsi dei dettami stilistici del neoclassicismo, vuole liberarsi dei committenti che gli chiedevano come realizzare le opere e vuole avere la libertà di rappresentare ciò che desidera, ciò che colpisce e anima il suo spirito, compresi gli orrori.

GOYA, MOSTRI E INCISIONI
Attorno agli anni 90 vediamo un cambiamento: in “San Francesco Borgia che assiste un moribondo” vediamo comparire i primi mostri, le creature dell’inferno che giungono per portar via l’anima del peccatore. Ma la guerra e gli avvenimenti che vede durante la sua lunga vita, colpiscono molto Goya che critica le ingiustizie, la tradizione della corrida e ovviamente le
uccisioni causate dalla guerra. Si passa così dalla luce del colore, al nero delle incisioni che denunciano la società del tempo: asini che insegnano per denunciare il sistema scolastico e i maestri incompetenti, scene dai manicomi per rappresentare anche egli ultimi e la celebre incisione “Il sonno della ragione genera mostri”: senza razionalità si commettono crimini come la guerra. È proprio la serie di incisioni dei “Capricci” ad esprimere a pieno il pensiero e la creatività di Goya e in mostra sono accostate alle matrici originali in rame recentemente restaurate e per la prima volta visibili.
Goya era attuale in passato, ma è attuale ancora oggi perché ha trasformato la realtà in arte, non solo rappresentandola, ma anche esprimendo le sue sensazioni e stati d’animo.
“La fantasia senza la ragione genera mostri impossibili; insieme alla ragione, invece, è madre delle arti e origine delle sue meraviglie.”

INFO UTILI
Aperta dalle 10:00 alle 19:30, giovedì fino alle 22:30, lunedì chiusa.
Biglietto intero 15€ (ridotto 13-10€)

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