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Stayin’ Alive – La storia dei Bee Gees, il primo libro in Italia sui Bee Gees della scrittrice Roberta Maiorano

Su Milano oggi splende il sole e noi di I Like Milano non potevamo, dunque, scegliere giornata migliore per scambiare qualche chiacchiera con la scrittrice Roberta Maiorano che di Milano si è innamorata quasi quindici anni fa e con cui parleremo del suo ultimo libro pubblicato per Arcana Edizioni e intitolato Stayin’ Alive – La storia dei Bee Gees.

 

Roberta Maiorano ed il suo ultimo libro Stayin’ Alive – La storia dei Bee Gees

Lei si chiama Roberta Maiorano, viene da Bari, una laurea in Lettere, un passato tra radio e carta stampata, nel mezzo un particolare Master in Critica Musicale fino a quando il richiamo dei libri non è diventato troppo forte per restare solo un sogno nel cassetto.Nel suo carnet di pubblicazioni ci sono ben nove titoli, sei con la sua firma e altri tre in collaborazione. Mica male!
Con lei parleremo ovviamente oggi del suo ultimo libro pubblicato per Arcana (storica casa editrice fondata a Roma da un gruppo d’intellettuali all’alba degli anni Settanta) e intitolato Stayin’ Alive – La storia dei Bee Gees. Il suo omaggio – veramente corposo, date le 480 pagine – alla leggendaria band formata dai tre fratelli inglesi Barry, Robin e Maurice Gibb, arriva proprio nei mesi successivi al quarantennale di uno dei film culto di un’intera generazione, Saturday Night Fever.
La Maiorano ci accoglie nella sua casa a pochi passi da corso Vercelli, nel cuore di una Milano a metà tra il contemporaneo e l’antico: tra queste mura, condivise felicemente con un marito musicista, chitarre, pianoforte e due gatti, è nato quello che lei considera il suo libro più riuscito e più sudato.

Perché Bee Gees?

Perché di fronte a un grande amore musicale non si può far finta di non sentire. Mi ha sempre attratta quel coraggioso cambiare pelle, l’incredibile varietà di brani incancellabili, l’attitudine innata nel creare armonie straordinarie con le loro tre voci, tanto diverse quanto complementari. In Italia nessuno fino ad oggi s’era mai preso la briga di raccontare la loro storia, fatta di trionfi e cadute, drammi e gioie profonde, ma soprattutto di canzoni epocali. Troppo snobbati e poco compresi e invece così talentuosi.

Qual è la genesi di questo lungo percorso?

Ho tenuto nel cassetto per vent’anni questo progetto. Oggi posso dire che mi ha aiutata un po’ di sana incoscienza e molta caparbietà. Conoscevo piuttosto bene i luoghi comuni legati ai Bee Gees, soprattutto in Italia. C’è chi li ha sempre relegati – con molta fretta e con pochissima cognizione – al periodo della discomusic, ironizzando sull’utilizzo del falsetto da parte soprattutto di Barry, fratello maggiore e leader della band. Dimenticare poi del tutto una parte importante della carriera dei Bee Gees, cominciata all’inizio degli anni Sessanta, attraverso successi pregevoli, è stato deleterio. Io però non mi sono fermata e sono andata indietro nel tempo, conoscendo album e singoli talmente belli e importanti nella storia del pop da non riuscire a smettere di ascoltare, di ricercare, di comprenderne la storia. Ho capito che oltre al falsetto, ai ritmi forsennati del soul e della disco, questi tre fratelli originari dell’Isola di Man meritavano un ascolto e una conoscenza più approfondita. La mia ricerca è durata oltre vent’anni, fino allo scorso anno quando senza quasi pensarci, ho fatto una proposta al mio editore che ha risposto con entusiasmo fin da subito. Oggi posso dire di essere a tutti gli effetti la prima ad aver scritto una biografia dei Bee Gees in Italia.

Di cosa vai più fiera rileggendo il tuo libro?

Di aver fatto luce su numerosi episodi legati alla carriera dei tre fratelli, di aver chiarito alcuni aspetti troppo spesso tralasciati o misconosciuti. Attraverso la ricerca di vecchi articoli e altrettanto datate interviste rilasciate alla stampa anglo-americana, sono riuscita a ricostruire con amore sincero e molto realismo il loro percorso artistico, raccontando aneddoti legati alla vita in studio, alla nascita di alcune canzoni, alle loro scorribande durante i tour, alla loro vita privata, alle volte tormentata ma anche incredibilmente normale, a dispetto del successo planetario ottenuto negli anni, con primati di classifica da capogiro.

Hai voluto portare avanti questo lavoro completamente da sola: c’è un motivo preciso?

C’è stato un periodo in cui ho anche pensato di dividere il cammino con qualche collega, ma dopo l’esperienza fatta con la realizzazione della biografia italiana (sempre edita da Arcana) dei Beach Boys, non particolarmente esaltante per una serie di motivi, ho promesso a me stessa che questa storia l’avrei raccontata soltanto io, con le mie forze, con la mia professionalità e con il mio stile, senza essere costretta a dover fare qualche inutile passo indietro. E credo di aver fatto la scelta giusta. Ovviamente, in un lavoro tanto lungo e tanto complicato, qualche piccola inesattezza è saltata fuori, ma si tratta davvero di dettagli di poca importanza perché tutto quello che in Italia non si conosceva ancora sugli ex bambini prodigio di Man, è stato da me raccontato con attenzione e coraggio. I fan italiani dei Bee Gees sono stati straordinari: mi hanno sostenuta, incoraggiata, e ancora oggi lo fanno dando visibilità a questo libro che, come purtroppo sin dall’inizio temevo, non riesce ad avere lo spazio che meriterebbe.

Domanda semplice o forse quella più complicata: la tua canzone preferita e quella che ami di meno?

È la domanda che ho sempre temuto. La produzione dei Bee Gees è davvero enorme e nonostante questo, è fatta di brani di una qualità impressionante: non solo belle canzoni, facilmente riconoscibili, ma anche piccoli capolavori di arrangiamento. La canzone a cui sono affezionata di più è Too Much Heaven (1978) perché è stato il primo 45 giri dei Bee Gees che ho ascoltato in vita mia, ma quella che amo di più s’intitola I Started A Joke e risale al 1968. Tra quelle che amo meno la scelta è ancor più difficile, perché ce ne sono davvero poche. Posso solo dire che non amo particolarmente l’album high civilization del 1991: troppa elettronica e poco cuore, ma è un parere del tutto personale.

I capitoli di un libro tanto lungo sono 30, esclusi gli extra (dedicati alla discografia, alla filmografia, alla bibliografia e alle innumerevoli cover): il capitolo che ti è costato più fatica e quello invece a cui ti senti più legata?

Ogni capitolo è come un figlio per uno scrittore, lo dico senza retorica e senza esagerazione. Quello però più faticoso, in termini di ricerca e realizzazione finale, è senza dubbio il numero 11, quello legato a odessa, un’opera rock nelle intenzioni ma un album variegato, complesso e intriso di fascino. Quello che, nel 1969, costò ai Bee Gees la prima frattura, lo scioglimento (temporaneo) della band. All’epoca i tre fratelli Gibb erano appena maggiorenni e già incredibilmente famosi. Questo portò a uno sconvolgimento totale delle loro esistenze e di conseguenza alla rottura dei loro equilibri all’interno del gruppo.
Un capitolo, invece, a cui sono più legata e che se rileggo ancora mi commuove, è il penultimo intitolato Man In The Middle, in cui racconto, tra le tante cose, la morte di Maurice Gibb, il gemello di Robin, l’uomo nel mezzo, il pacificatore, il musicista puro, la personalità più mite e allo stesso tempo più travagliata interiormente. Nel 2003 la sua morte portò all’ inevitabile e lento scioglimento dei Bee Gees, fino alla scomparsa del suo gemello Robin nel 2012.

Cosa ti ha lasciato un’esperienza del genere e cosa speri che ottenga questo lavoro?

Prima di tutto ha confermato dentro di me l’assoluto valore di una band del genere, seconda a nessuno per ricchezza di brani immortali e storia personale. Mi ha anche lasciato dentro la convinzione che, nel mio mestiere, volere è potere e che se si ha una storia bella e coinvolgente da raccontare, non bisogna tirarsi indietro per paura di ricevere qualche porta in faccia.
Vorrei infine che tanti in Italia si avvicinassero ai Bee Gees con uno stato d’animo preciso e senza farsi fregare dai luoghi comuni che per troppo tempo hanno relegato i Gibb in un angolo della storia del pop.

Grazie Roberta per aver condiviso con noi una storia così bella.Noi di I Like Milano ti auguriamo il meglio e ti seguiremo sempre con molto affetto!

Il libro Stayin’ Alive – La storia dei Bee Gees di Roberta Maiorano  e tutti i suoi libri sono in vendita da La Feltrinelli, Mondadori ed in tutte le librerie d’Italia.
Anche ON LINE da IBS, AMAZON e Libreria Universitaria.

ROBERTA MAIORANO

Scrittrice e giornalista, con una laurea in Lettere, è partita dalla radio per poi passare alla carta stampata. Dopo una lunga collaborazione con la rivista Jam, il quotidiano L’Indipendente e il free-press On Stage, si dedica ai libri. Tra le sue numerose pubblicazioni, Le canzoni di Simon & Garfunkel (Editori Riuniti), Lucio Dalla: l’uomo che sussurrava al futuro e L’importanza di chiamarsi Eros (Aereostella) e, a quattro mani con Aldo Pedron, Good Vibrations. La storia dei Beach Boys (Arcana).

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