La Madonna del Latte di Marco d’Oggiono visitabile alla Pinacoteca Ambrosiana

La Madonna del Latte di Marco d’Oggiono è stata ritrovata dopo il furto, restaurata e da oggi è possibile visitarla alla Pinacoteca Ambrosiana. Noi lo abbiamo fatto in anteprima e vi raccontiamo la sua storia.

 

 

Marco d’Oggiono (1470 circa – 1530 circa) fu un seguace di Leonardo da Vinci e imparò da lui la precisione del disegno, a creare paesaggi con la prospettiva aerea e i dolci volti con riccioli dorati. La tipologia delle Madonne del latte era molto diffusa nel Medioevo e nel Rinascimento per dimostrare come Gesù Cristo si fosse fatto uomo e fosse stato nutrito dalla Madre.

LA COLLEZIONE BORROMEO

Quest’opera era stata acquistata dal cardinale Federico Borromeo in persona per arricchire la sua collezione. Il suo scopo però non era accumulare opere e collezionarle per se, ma “per la gloria di Dio, per la pubblica utilità di Milano, dell’Italia e delle nazioni foreste”. I suoi capolavori dovevano quindi educare, essere a disposizione di tutti per creare emozioni e condividere la bellezza dell’arte di Caravaggio, Tiziano, Leonardo…
Per Federico Borromeo era così importante che l’arte fosse pubblica che minacciava con la scomunica chi avrebbe sottratto qualcosa alla Pinacoteca, poiché avrebbe fatto un torto a tutto il popolo.

IL FURTO

Negli anni ’50 però questo dipinto fu misteriosamente rubato, probabilmente durante un periodo di ristrutturazione delle sale della Pinacoteca.
Solo nel 2021 l’opera è stata ritrovata in Liguria grazie alla segnalazione di un mercante d’arte che ha richiesto l’intervento dei Carabinieri del Nucleo per la Tutela del Patrimonio Culturale di Monza per verificare che si trattasse dell’originale di d’Oggiono.
Considerando l’attenzione per la conservazione delle opere di Federico Borromeo, il ritrovamento è ancora di più un momento di gioia per la Pinacoteca che ha riportato a casa il suo capolavoro.

IL RESTAURO

Durante il 2021 la tavola è stata restaurata da Laura Parma, del Laboratorio Luigi Parma di Milano, per ripulirla dagli annerimenti causati dal tempo e la verniciatura ingiallita. Inoltre, erano presenti delle crettature, ossia delle fratture dello strato pittorico, e così per limitare l’effetto disturbante, sono state riempite con leggeri ritocchi pittorici.
Il restauro è stato finanziato da Arte Generali che riconosce il valore della tutela del patrimonio artistico italiano.
Da oggi, 16 febbraio, l’opera, tornata alla sua originaria bellezza, sarà visibile al pubblico ed esposta nella Sala III insieme a un’altra opera di d’Oggiono e di altri seguaci di Leonardo.

 

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